
Progetto Speciale,
Castello di Linari, 2001
“Mi ritrovo in una cantina, buia. Una bassa volta a botte dove, in fondo, su un grande schermo, due mani raccolgono in un gomitolo un filo rosso, scandendo il tempo di un ricordo che si fa presenza. (…) Il Filo ROSSO, come una pista da seguire, ripercorre gli interni del castello, fino alla torre. (…) Cantina e torre, luce e ombra. Due che si fanno uno. Continuando a vagare per le stanze del castello, ancora due. Due, infatti, le stanze di Daniel Buren. Architettonicamente identiche, con una porta comunicante, per due differenti sensazioni da provare. Ancora tra le vecchie botti di cemento il video di José Antonio Hernández-Diez.
”
I curatori Jérôme Sans e Pier Luigi Tazzi hanno chiamato a realizzare un progetto speciale al Castello di Linari in occasione di Arte all’Arte VI tre artisti: Daniel Buren, José Antonio Hernàndez - Diez e Ottonella Mocellin.
Daniel Buren
“Daniel Buren interviene nel Castello di Linari in modo delicato, un intervento discreto ma immediatamente riconoscibile, creando un gioco di rimandi e di colori, di tonalità calde e fredde, tra una camera tappezzata a righe bianche e blu e l'altra a righe bianche e gialle. Due stanze speculari collegate da una porta al centro, ognuna con una finestra nel paesaggio: un contrasto irreale tra la geometria e la natura, tra bellezza interna ed esterna, che si sottolineano e si esaltano a vicenda. Opera in situ che riesce mirabilmente a dialogare con questo luogo, così fortemente connotato dal punto di vista architettonico e storico.”
Jérôme Sans, “Arte all’Arte VI”, 2001
José Antonio Hernàndez - Diez
“José Antonio Hernàndez-Diez ha scelto di collocare la sua opera nelle cantine del Castello di Linari, installando su un piano formato da vecchi travetti di legno due giganti contenitori in cartone (che rimandano a quelli in tetrapak per il vino in vendita nei supermercati), protesi verticale di due televisori che trasmettono il video di un improbabile "frutto" da cui sgorga un liquido. Di fronte, sparse tra botti e travi, tre scatole per la pizza contenenti dei televisori con un video che mostra le punte dei piedi congiunti di un neonato che fuoriescono da un'apertura sottile in una membrana. Apologia del "junk food" e critica della società dei consumi: lo spettro della globalizzazione aleggia nelle cantine.”
Jérôme Sans, “Arte all’Arte VI”, 2001
Ottonella Mocellin
“Ottonella Mocellin Una storia si dipana come un gomitolo all'interno dell'antica casa dalla cantina al sommo della torre, dall'oscurità alla luce, dal basso in alto. L'opera di Ottonella Mocellin ha questo impianto lineare che in effetti è più letterale che sostanziale. Di fatto la narrazione si sfrangia e si frantuma in visioni e apparizioni. Nella cantina una proiezione video restituisce l'immagine delle mani che dipanano il filo attraverso un lungo percorso attraverso la casa: come la struttura di un racconto senza racconto o con un altro racconto che è quello offerto dalla visione dell'attraversamento della vecchia casa. Sulla torre un gomitolo rosso che è evidentemente quello del filo che abbiamo visto in immagine sotto. Forse, ma potrebbe esser tutt'altra storia. Dal gomitolo scaturisce il suono di un racconto che narra una storia, antica come la casa, di stregoneria, di rapimenti, di sdoppiamenti e di diversità.”
Pier Luigi Tazzi, “Arte all’Arte VI”, 2001
Altri progetti di Arte all’Arte VI
Credits
Daniel Buren
Photo souvenir: Castello di Linari, 2001, Castello di Linari, Poggibonsi
Progetto speciale per Arte all’Arte 2001
courtesy Associazione Arte Continua – San Gimignano (SI)
foto Ela Bialkowska.
José Antonio Hernàndez - Diez
Progetto per Castello di Linari, 2001
Progetto speciale per Arte all’Arte 2001
courtesy Associazione Arte Continua – San Gimignano (SI)
foto Ela Bialkowska.
Ottonella Mocellin
Paradiso, 2001, Castello di Linari
Linari, Arte all’Arte 2001
courtesy Associazione Arte Continua – San Gimignano (SI)
foto Ela Bialkowska.