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Le Città del Futuro
dal 2020 ad Oggi
“II progetto Le Città del futuro con le case popolari a risparmio energetico come opere d’arte e la riforestazione urbana apre un nuovo capitolo. Le cose forse potrebbero cambiare se fai delle opere più grandi, più visibili da regalare a coloro che non se lo potrebbero permettere, vale a dire se operi fuori dalla logica esclusivamente di mercato, di cui però devi tenere conto, perché gli artisti coinvolti nel progetto sono quelli che il mercato maggiormente riconosce, sono cioè a quel livello di riconoscimento economico e culturale che non è puramente commerciale e che non è solamente culturale. Sono dei grandi intellettuali nel senso di cui si è detto in precedenza. Questo è il motivo per cui io ho rinunciato a vendere (non sarebbe stato difficile farlo a quei tempi, soprattutto sottobanco, era molto di moda). Per me era un principio da salvaguardare. Desideravo cioè salvaguardare un'idea che non può limitarsi a essere gestita sul piano economico e basta. Legare l’attività profit della Galleria Continua al no profit dell’Associazione Arte Continua è stato un modo per conquistare la fiducia e anche per affermare la necessità di uno scatto ulteriore, perché siamo giunti al punto di minacciare la vita di chi verrà dopo di noi e anche di tutte le altre forme di vita. Il mio professore di latino faceva il paragone tra la poesia di Orazio che ispirandosi ad Epicuro scriveva nel suo “carpe diem” della “invida aetas”, intesa come tempo continuo ininterrotto, contrapposto al “Tempus” come flusso di parti ed intervalli. Questa concezione del “carpe diem” viene ribaltata nella canzone di Lorenzo il Magnifico: “Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza”. Il Rinascimento reinterpreta in questo senso il “carpe diem”. L’ansia del tempo, la sua accelerazione, la sua frazionabilità confluiscono nell’idea di progresso. Questa è stata una grande rivoluzione che ha modificato il nostro rapporto con la natura arrivando nei secoli seguenti a minacciare la vita dei nostri discendenti diretti e il futuro di altre specie viventi. Oggi ci troviamo prossimi ad un altro importante cambiamento e spero che gli artisti possano aiutarci a intraprenderlo. Spero che l’intreccio tra mercato, attività no profit e amministrazione pubblica sia il vettore su larga scala di questa trasformazione, come lo è stato la Chiesa cattolica per l’arte rinascimentale. Il progetto Arte all’Arte è stato un inizio, un preludio, che a un certo punto si è esaurito per vari motivi, tra i quali il fatto che non aveva la scala che sarebbe stata necessaria.”
Da L’arte è per tutti. Una conversazione con Mario Cristiani, di Aurelio Andrighetto