UMOCA

Cai Guo-Qiang, 2001

In modo diverso, dal punto di vista concettuale, questo lavoro è una sfida per me, per l’artista che ho invitato, per i curatori che a loro volta hanno invitato me a realizzare questo progetto che mescola e confonde ruoli e competenze di ognuno.
— Cai Guo-Qiang intervista con Jérôme Sans, “Arte all’Arte VI”, 2001

Invitato da Pier Luigi Tazzi in occasione della VI edizione di Arte all’Arte, l’artista Cai Guo-Qiang ha realizzato a Colle di Val d’Elsa il museo di arte contemporanea UMoCA - Under Museum of Contemporary Art.

“È il carattere affatto particolare della storia politica e culturale di Colle Val d’Elsa ad aver stimolato il progetto di Cai Guo-Qiang, un artista sempre sensibile alle circostanze del contesto in cui si è trovato ad operare.

Si tratta in questo caso dell’allestimento e dell’inaugurazione di un nuovo piccolo museo di arte contemporanea analogo a quelli che lo stesso artista ha già approntato in Giappone e in Cina. Il museo che si chiama UMoCA (Under Museum of Contemporary Art) è installato sotto le arcate del ponte di San Francesco, costruito nella prima metà del Trecento per collegare la città con il convento francescano situato sulla collina adiacente.

Del museo Cai è l’architetto, il direttore e il curatore delle mostre, che avranno scadenza annuale in occasione delle future manifestazioni di Arte all’Arte. L’UMoCA non necessita di elettricità, a parte quella necessaria ad attivare le enormi scritte al neon che ne segnano la presenza paradossale nel paesaggio, di aria condizionata, di personale e di assicurazioni, mentre ha una propria architettura, contiene opere d’arte realizzate da un artista, in questo caso Ni Tsai Chin, scelto da un curatore con l’autorità conferitagli da un direttore che qui è lo stesso Cai.

In particolare Ni ha iniziato come pittore per poi divenire uno dei più importanti critici d’arte contemporanea sia in Cina che a Taiwan. Quando alcuni anni fa fu nominato direttore della Galleria Nazionale di Taiwan, invitò Cai a tenere la prima mostra che consisteva in una delle sue tipiche opere pirotecniche, il che gli costò il posto. La partecipazione attuale di Ni quale artista per la mostra inaugurale dell’UMoCA segna così un’inversione di ruoli e allo stesso tempo è ulteriore prova da parte di Cai del suo attuale interesse nell’evidenziare il senso dell’attività dell’artista nella fase culturale che stiamo vivendo.”

Pier Luigi Tazzi, “Arte all’Arte VI”, 2001

Intervista di Jérôme Sans

Che cosa significa UMOCA?

Fa parte del più ampio progetto dei MoCA. Il primo è nato l'anno scorso in Giappone e si chiamava DMOCA. DMOCA usava gli spazi di una fornace abbandonata, che in Cina si chiama "forno del drago”, ecco da dove deriva il nome del museo: Dragon Museum of Contemporary Art. E poi questo secondo museo l’UMoCA dove U sta per "under”, visto che è sotto le arcate di un ponte.

Come è nata quest'idea?

Risponde all'apertura dei vari Guggenheim nel mondo, delle catene di McDonald, Kentucky Fried Chicken, Starbucks... La mia ambizione è di superare con la mia catena i Guggenheim in pochi anni, sia per numero che per efficienza. La serie dei miei MoCA sarà più vicina al fruitore locale e offrirà un migliore servizio alla comunità locale nel suo complesso. Storia e cultura locali sono sempre prese in considerazione. Prendiamo per esempio quello in Giappone: anche se la fornace viene dalla Cina, le comunità locali giapponesi sono storicamente luoghi dove si fa ceramica. E ugualmente qui, a Colle, ho usato un ponte che collegava il monastero con la città. Invece del camminamento, normalmente frequentato, ho preferito rianimare il meno usuale spazio sottostante. Mi è giunta voce che il Sindaco abbia particolarmente gradito quest’idea e voglia trasformare il luogo in parco artistico o culturale.

In modo diverso, dal punto di vista concettuale, questo lavoro è una sfida per me, per l’artista che ho invitato, per i curatori che a loro volta hanno invitato me a realizzare questo progetto che mescola e confonde ruoli e competenze di ognuno. Per esempio io e te, Jérôme, abbiamo aspettato dieci anni per poter lavorare insieme e alla fine ecco l'occasione giusta per invitarmi a questa manifestazione e, lo stesso giorno, ti sostituisco assumendo ruolo di curatore.

Come funzionerà questo museo?

Il museo possiede 10 stanze: 3 sale espositive, la direzione, la collezione, il punto informazioni, il gift shop, il guardaroba, i servizi e la caffetteria. Abbiamo due insegne imponenti, molto importanti per il museo, ben più importanti di un biglietto da visita. Il nostro spazio è limitato, ma da lontano, grazie alle insegne, sembra enorme. Il museo ha un comitato direttivo, dove figurano anche i curatori di questa mostra, il sindaco di Colle, a cui spero si aggiungano in futuro ricchi collezionisti. In questa mostra in particolare il pubblico può partecipare a varie attività e il denaro ricavato dai giochi proposti confluirà nei fondi del museo. Ogni anno tornerò personalmente a curare qui una mostra.

Come colleghi questo progetto alle opere pirotecniche per cui sei famoso?

Forse il rapporto sta nelle qualità di improvvisazione e sul non avere un metodo di lavoro prefissato. Questi sono i tratti che accomunano tutta la mia produzione artistica. E poi l’interesse per il luogo. In questo caso, l’aver invitato Ni Tsai Chin a partecipare a questa mostra si collega con il fatto che qualche anno fa, era stato lui a invitare me a far esplodere il suo museo. Per me far esplodere un museo o fondarlo è la stessa cosa.

“Arte all’Arte VI”, 2001

Altri progetti di Arte all’Arte VI

Credits
Cai Guo-Qiang
UMoCA, 2001
Colle di Val d’Elsa, Arte all’Arte 2001
courtesy Associazione Arte Continua – San Gimignano (SI)
foto Attilio Maranzano