Arte All’Arte II, 1997

L’edizione II di Arte All’Arte, curata da Jan Hoet e Giacinto di Pietroantonio, ha assunto caratteristiche sempre più proprie e gli artisti invitati hanno continuato ad agire nella loro contemporaneità in rapporto con culture e tradizioni del passato. Anish Kapoor è intervenuto con una grande scultura in marmo davanti alla Chiesa di San Giusto e delle sculture in alabastro alla Pinacoteca di Volterra. Sol LeWitt ha realizzato una sua installazione con dei blocchi modulari in cemento delle dimensioni di 4 metri per 6, nel cortile del Museo Archeologico a Colle Val d'Elsa. Salvo ha proposto l'installazione dei suoi lavori nella Pinacoteca Civica di Casole d'Elsa, mentre Gilberto Zorio ha costruito il suo intervento coadiuvato da un maestro vetraio che ha soffiato sul posto gli oggetti che l'artista ha poi installato nella possente Fortezza di Montalcino. A San Gimignano, Marco Cingolani ha collocato dei vetri in piombo su alcuni scorci della città; Jessica Diamond ha portato il colore delle ombre in via Berignano e in Piazza delle Erbe; Amedeo Martegani nel giardino della Rocca ha dato voce alle voci del pozzo.

Questa edizione è stata anche un ponte verso la regione del Piemonte che, grazie al Circolo Palazzo Giovine di Alba, si è allungata fino ad Alba e Barolo, tra i profumi e gli odori delle langhe. La cornice speciale ha visto David Tremlett creare una propria opera espressamente per il Castello di Falletti di Barolo e Piero Gilardi un opera divisa tra la Chiesa di San Domenico e il Teatro Sociale ad Alba.

Curato da Jan Hoet e Giacinto Di Pietrantonio

La nostra adesione parte dalla convinzione che la policentricità della Toscana, e la sua capacità di essere una Toscana di Toscane in cui il rapporto tra tradizione e contemporaneità, tra paesaggio ed impatto umano, tra natura e cultura abbia delle grandi necessità di trovare nuovi e stimolanti rapporti, e pur essendo un valore di per sé, trovi, soprattutto in occasioni come Arte all’Arte, la radice vera per riproporsi come elemento trainante e di aggiornamento della nostra tradizione culturale
— Marialina Marcucci, Vicepresidente e Assessore alla Cultura Regione Toscana, da Arte All'Arte II

Ma per entrare più specificamente in questa mostra Arte all'Arte, penso che essa non voglia parlare solo dell'arte che guarda l'arte o perlomeno io non vi vedo solo questo, ma il fatto che l'arte contemporanea deve essere mostrata anche in posti differenti dal museo d'arte contemporanea che è un luogo separato.

C'è anche l'idea che tutta l'arte è contemporanea e che quando essa si manifesta non ha tempo storico. Difatti l'arte che guarda l'arte si realizza in ogni opera, anche in quella che apparentemente la esclude. In questo l'urinatoio di Duchamp è un buon esempio, perché chiamando quest'opera "Fontana" egli la pensava e la metteva in relazione, anche se in modo ironico, con tutte le altre fontane, da quella di Trevi a quelle di Versailles, e allo stesso tempo non sfugge il rapporto con La donna al bagno di Ingres.

Ma per far questo metteva un oggetto banale in un museo o in una galleria ed è per ciò che dico che Arte all'Arte va vista anche e soprattutto come metodo di esposizione, cioè esporre l'arte contemporanea in luoghi caratterizzati dall'arte del passato, questo passato che oggi ritorna. Infatti, è cosa diversa mostrare un'opera d'arte contemporanea tra le pareti bianche della galleria che in un museo archeologico Sol LeWitt, in una pinacoteca d'arte antica Salvo, in una chiesa barocca Kapoor, in una rocca medievale Zorio come in questa occasione.

Giacinto di Pietroantonio, da Arte All’Arte II, 1997

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