
Senza Titolo
Marisa Merz, 2002
“Il dialogo tra presente e passato è uno tra gli argomenti di stretta attualità a Colle di Val d’Elsa, sia per l’imminente inizio dei lavori di recupero architettonico del centro cittadino, sia per il ritrovamento di reperti archeologici di grande valore.
È all’interno del fervore architettonico che anima la città che si inserisce la scelta di Marisa Merz di operare in uno dei punti nevralgici dell’abitato: nel luogo dove un tempo sorgeva la Porta Vecchia, principale accesso all’insediamento medievale.
”
In occasione della VII edizione di Arte all’Arte la curatrice Emanuela De Cecco ha chiamato a partecipare Marisa Merz a Colle Val d’Elsa.
“Poco prima dell'inizio della strada principale che attraversa interamente il centro storico di Colle di Val d'Elsa, s'incontra in un incrocio una costruzione massiccia dalla base circolare che anticamente funzionava come cisterna del paese. Oggi questo spazio non ha più la funzione originaria, ma la suggestione che comunica è rimasta intatta: la cisterna somiglia, infatti, a un fortino militare in miniatura, un luogo misterioso decisamente diverso da tutto ciò che lo circonda, compreso il continuo passaggio delle macchine, un luogo di difficile accesso pensato per proteggere qualcosa di prezioso contenuto al suo interno.
Marisa Merz ha deciso di intervenire su questa struttura con un gesto semplice e deciso: la vecchia porta in legno è infatti sostituita dall'artista con una porta in rame. Il rame, metallo luminoso e malleabile, è uno dei materiali con i quali l'artista dialoga da sempre. L'artista lo ha utilizzato in fili per comporre, lavorando a maglia, le sue note forme quadrate o triangolari dove l'uso di tale tecnica introduce un elemento sovversivo nel linguaggio della scultura contemporanea.
La flessibilità di tali superfici fa sì che esse sembrino pensate per adattarsi al corpo: in diversi casi Marisa Merz è intervenuta in spazi aperti, in situazioni particolari come su una spiaggia, altre volte ha disposto le sue forme sulle pareti di spazi espositivi come agglomerati di figure. In esterno queste forme appaiono disporsi come delle piante o meglio come delle creature viventi.
Anche in quest'occasione il lavoro di Marisa Merz dialoga in un corpo a corpo serrato con la struttura architettonica del luogo nel quale ha scelto di realizzare il suo intervento: nel rispetto della funzione della porta (dotata di superficie e perfettamente funzionante), l'artista introduce una riflessione sul valore simbolico della porta intesa come passaggio, soglia e introduzione a una dimensione altra.
Se infatti la porta di Marisa Merz modifica innanzitutto la percezione complessiva dell'edificio valorizzandone la presenza – la porta riflette i raggi del sole diventando un vero e proprio punto di luce – in realtà essa scandisce anche il passaggio tra la superficie e la profondità, tra ciò che è visibile e l'invisibile, tra ciò che si presenta come dato immediato e ciò che richiede una forma di attenzione concentrata e disposta ad accettare la necessità di compiere tale passaggio.
Un intervento che si pone implicitamente in una distanza siderale rispetto alle sirene della facile spettacolarità, dove l'arte contemporanea si offre come elemento di relazione e di dialogo intenso con i segni della storia senza rinunciare a richiedere una visione consapevole, a confrontarsi con un linguaggio di non sempre immediata comprensione, a varcare la soglia...”
Emanuela De Cecco, “Arte All’Arte VII”, 2002
Altri progetti di Arte all’Arte VII
Credits
Marisa Merz
Senza titolo, 2002
Porta in rame/copper door
Installazione permanente
Cisterna di Porta nuova – Colle di Val d’Elsa
Courtesy Associazione Arte Continua, San Gimignano
Foto Ela Bialkowska