I Dormienti

Mimmo Paladino, 1998

La presenza delle opere di Mimmo Paladino a Poggibonsi, nell’ambito di Arte all’Arte, si presta a numerose riflessioni e considerazioni. Si tratta della prima presenza forte e strutturata di opere d’arte contemporanea in una città ed in un territorio che, devastato dall’ultima guerra, è in crescita, si è sviluppato attorno al lavoro ed all’impresa e quindi concretizzato fortemente, nel bene e nel male, dalla contemporaneità del lavoro e della produzione. Misurarsi con l’arte di oggi ha un significato dunque particolare sotto il profilo qualitativo per la crescita culturale della città stessa. Ma il significato più specifico risiede nell’aver legato la presenza delle opere di Paladino a due aspetti del territorio: una diversa lettura dello stesso, una riscoperta di luoghi del passato abbandonati ed oggi riaperti e visitati, anche grazie all’arte contemporanea. Questo soprattutto nel caso della riapertura della Fortezza Medicea, devastata dall’incuria dei privati e che, faticosamente, il Comune ha iniziato a valorizzare e recuperare. È un fatto storico nella vita della città e della Toscana ed infatti numerosi visitatori scoprono contestualmente le sculture e le pitture di Paladino ed un luogo antico, ma anche nuovo e inesplorato. Anche solo per questo il nome di Paladino, le sue opere e la sua presenza, lasceranno un segno indelebile nella memoria e probabilmente la Sua arte, e l’arte in generale, assumeranno in questa parte di Toscana un significato particolare.
— Fabio Ceccherini, Sindaco di Poggibonsi, tratto dal catalogo Arte All'Arte III, 1998

I curatori della terza edizione di Arte all’Arte Florian Matzner e Angela Vettese hanno invitato Mimmo Paladino a esporre alcune delle sue opere e a realizzare l’opera site-specific per Poggibonsi "I Dormienti" che è stato trasformato in mostra permanente per Arte all'Arte 2000.

“Numerose sculture di terracotta, che ritraggono in parte coccodrilli, in parte uomini in posizione fetale, sono stati adagiate su altrettanti tavoli rettangolari di ferro scuro: più piccoli per i coccodrilli, più larghi per gli uomini. Ciascuna scultura ha un colore leggermente diverso dalle altre, in relazione al tipo di terra usata e ai materiali a cui è stata mescolata: sabbia, ossidi e altri elementi scelti in maniera casuale o istintiva. Ciascuno dei "dormienti" è stato posato con il suo tavolo nell'invaso di raccolta delle acque situato dietro al fronte della fonte costituita da sei ampie arcate a sesto acuto. Le opere sono visibili affacciandosi al parapetto. La Fonte delle Fate, una costruzione del XI secolo, viene continuamente alimentata da acqua che filtra dal terreno sovrastante e muta il suo livello a seconda della piovosità: ciò implica che le sculture possano venire anche parzialmente immerse nell'acqua, da cui normalmente emergono di circa dieci centimetri. La disposizione casuale delle sculture unita alla forma rigida dei tavoli conferisce alla vasca l'aspetto di un quadro parzialmente geometrico e parzialmente fluttuante. La vegetazione e il muschio che ricoprono le pareti della fonte, nonché il picchiettare di gocce d'acqua dalle pareti stesse, danno all'ambiente un'atmosfera primordiale. La Fonte diventa un utero nel cui liquido amniotico sono immerse diverse forme di vita primordiale, dai rettili agli uomini rappresentati in posizione fetale, talvolta coperti da una sorta di placenta, in altri casi frammentati e ricomposti in maniera approssimativa. L'aspetto di rovina si collega con ciò che è lontano, inconscio, perso nelle nostre radici sia ontogenetiche sia filogenetiche.

Altri segni che richiamano allo scavo nella storia collettiva e nella storia individuale sono un carro stilizzato che reca numerosi piccoli volti sul suo asse e un elmo gigantesco, entrambi in bronzo, collocati nello spazio quadrato antistante le arcate. Nella sacrestia della vicina chiesa di San Lucchese Paladino ha collocato inoltre tre dipinti, la cui struttura formale è stata ricavata dal fondale delle formelle dipinte da Memmo di Filippuccio per il mobilio della sacrestia stessa. L'artista non ha ritenuto rilevante che esse non fossero collocate in un luogo accessibile al pubblico, considerando prevalente l'aspetto di omaggio all'opera d'arte da cui erano state ispirate e accogliendo di buon grado il fatto che esse venissero a collocarsi in un locale nascosto ma utilizzato quotidianamente.

Un'ultima parte dell'intervento di Paladino ha consistito nell'installazione di alcune sculture, dieci quadri e quaranta disegni con cornici a forma di spada al cassero di Poggio Imperiale, una fortezza progettata dal Sangallo su richiesta di Lorenzo il Magnifico, probabilmente prototipo per l'edificazione del Forte Belvedere di Firenze. L'imponente edificio, nato per scopi militari e abbandonato da circa sessant'anni, è stato sgomberato e ripulito per l'occasione, nel tentativo di riportarlo alla visibilità del pubblico e di incentivare i lavori di restauro.”

Angela Vettese, Arte all’Arte III, 1998

Altri progetti di Arte all’Arte III

Credits
Mimmo Paladino
I Dormienti, 1998
25 sculture in bronzo/ 25 bronze sculptures 
dimensioni naturali/ natural size
Installazione permanente
Fonte  delle Fate,
Poggibonsi,  Arte all’Arte III 
Foto Attilio Maranzano
© Associazione Arte Continua