Pascale Marthine Tayou

Pascale Marthine Tayou (1967, Nkongsamba, Camerun) è un artista di fama internazionale noto per il suo approccio multidisciplinare, che abbraccia scultura, installazione, disegno e video. Le sue opere esplorano temi legati a migrazione, identità, globalizzazione e sostenibilità, intrecciando riferimenti alla cultura africana con il contesto globale contemporaneo.

Tayou ha partecipato a Arte all’Arte 6, sviluppando un’opera site-specific per la città di San Gimignano, in cui ha combinato la sua poetica con il patrimonio culturale e architettonico locale. Inoltre, ha donato una delle sue opere per sostenere la realizzazione del Parco delle Neofite, un progetto di riforestazione finanziato attraverso la raccolta fondi Arte per la Riforestazione, dimostrando il suo impegno per le tematiche ambientali.

Con una pratica artistica profondamente radicata nella sostenibilità e nella connessione tra culture, Pascale Marthine Tayou continua a essere una figura chiave nel panorama artistico internazionale.

Nato a Nkongsamba, Camerun, nel 1966, Pascale Marthine Tayou vive e lavora tra Gand, Belgio, e Yaoundé, Camerun.

Dall'inizio degli anni '90, e grazie alla sua partecipazione a Documenta 11 (2002) a Kassel e alla Biennale di Venezia (2005 e 2009), Tayou è diventato noto a un vasto pubblico internazionale. La sua opera si distingue per la sua variabilità, poiché non si limita né a un unico mezzo espressivo né a un insieme specifico di temi. Sebbene le sue tematiche siano molteplici, il punto di partenza rimane sempre l'artista stesso come individuo. Già all'inizio della sua carriera, Pascale Marthine Tayou aggiunse una "e" al suo nome per conferirgli un finale femminile, prendendo così le distanze in modo ironico dall'importanza tradizionale attribuita alla paternità artistica e dalle attribuzioni di genere maschile/femminile.

Questo approccio si estende anche al rifiuto di qualsiasi riduzione a un'origine geografica o culturale specifica. Le sue opere non si limitano a fare da ponte tra le culture o a porre in relazione uomo e natura in modi ambivalenti, ma riconoscono di essere costruzioni sociali, culturali o politiche. Il suo lavoro è deliberatamente mobile, sfuggente a schemi predefiniti ed eterogeneo. È strettamente legato all'idea del viaggio e del contatto con ciò che è altro rispetto a sé, ed è così spontaneo da sembrare quasi casuale. Gli oggetti, le sculture, le installazioni, i disegni e i video di Tayou hanno una caratteristica ricorrente: riflettono sull'individuo che si muove nel mondo, esplorando le questioni del villaggio globale. In questo contesto, Tayou affronta il tema delle sue origini africane e delle aspettative a esse associate.