Eko Prawoto
Eko Prawoto (Yogyakarta, Indonesia, 1958) è un architetto e artista noto per il suo approccio sostenibile e il suo impegno nel valorizzare le tradizioni architettoniche locali. La sua pratica combina materiali naturali e tecniche tradizionali con una visione contemporanea, creando opere che dialogano profondamente con il paesaggio e le comunità.
Nel 2003, Prawoto ha partecipato ad Arte all’Arte VIII, dove ha realizzato un progetto a Buonconvento. L'opera, fortemente legata al contesto locale, ha esplorato il rapporto tra architettura, natura e memoria, utilizzando materiali semplici e tecniche costruttive artigianali per creare un intervento poetico e significativo.
Eko Prawoto continua a distinguersi per il suo lavoro che unisce innovazione, rispetto per le tradizioni e un forte impegno sociale, contribuendo a ridefinire il ruolo dell'architettura contemporanea nelle comunità locali e globali.
Eko Prawoto (1958-2023) è stato un architetto e artista indonesiano noto per il suo approccio umanistico e sostenibile, profondamente radicato nelle tradizioni culturali e nei materiali naturali. Ha ottenuto riconoscimenti internazionali per il suo progetto The Transitory Place: A Housing Project for the Urban Poor in Yogyakarta, presentato alla Biennale di Architettura di Venezia del 2000, che incarnava il tema “Less Aesthetics, More Ethics”.
Dopo essersi laureato in Architettura presso l'Università Gadjah Mada di Yogyakarta nel 1982 e aver conseguito un master al Berlage Institute di Amsterdam nel 1993, Prawoto ha iniziato a insegnare all'Università Cristiana Duta Wacana di Yogyakarta, dove ha lavorato per tutta la vita. Tra i suoi progetti più celebri figura lo spazio espositivo Cemeti Art House (1999), un’architettura semplice ma innovativa, premiata dall’Associazione Architetti Indonesiani come “Edificio Culturale” nel 2004.
Prawoto ha dimostrato il suo impegno verso le comunità locali dopo il devastante terremoto del 2006 a Giava, progettando abitazioni ispirate alle strutture tradizionali indonesiane (limasan), resistenti ai terremoti e costruite con materiali riciclati. Questo progetto ha permesso di ricostruire 65 case in meno di tre mesi ed è stato finalista del prestigioso Aga Khan Award for Architecture (2008-2010).
Con una carriera che abbraccia progetti locali e internazionali, tra cui la Biennale di Gwangju (2002) e la Triennale Echigo Tsumari (2003), Prawoto ha integrato materiali naturali come il bambù in installazioni iconiche come Wormhole (Biennale di Singapore, 2013) e Bale Kambang (Europalia, Belgio, 2017). Ha dimostrato come le tradizioni tropicali possano dialogare con l’architettura moderna, celebrando l’armonia tra uomo e ambiente.
Prawoto ha lasciato un'eredità significativa, non solo attraverso i suoi progetti, ma anche come educatore e pensatore, ispirando generazioni con il suo impegno per un'architettura che rappresenti la dignità e la resilienza delle comunità.