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Laura Cherubini
Curatrice, 1996
Laura Cherubini ha curato la prima edizione di Arte all’Arte nel 1996, collaborando con quattro artisti italiani della comunità internazionale dell’arte in altrettante location della Toscana, quale: Getulio Alviani a Siena; Giovanni Anselmo a San Gimignano; Luigi Ontani a Montalcino e Michelangelo Pistoletto a Volterra. Un’esperienza per rivelare le convenzioni del visibile mescolando tradizioni e cultura - personale e collettiva - tra antico e contemporaneo.
Dal catalogo Arte all’Arte X 2005
“Mario, Maurizio e Lorenzo ci hanno chiesto un diario, un album di ricordi fatto di parole, immagini o qualsiasi altra cosa ci venga in mente a proposito della nostra esperienza di curatori di “Arte all’Arte”. A me in particolare, ovviamente, chiesero di ricordare come è nata “Arte all’Arte” (visto che sono stata testimone) e sopratutto la figura del suo fondatore Luciano Pistoi, insieme ad altri amici che cui hanno aiutato a decollare e a continuare come Anna Palange. È stato proprio durante una cena a casa di Anna che abbiamo deciso che l'idea di Luciano doveva diventare realtà, che dovevamo farcela. Mario, Lorenzo e Maurizio ce l’hanno messa tutta e adesso festeggiamo il decennale. Durante la nostra prima edizione, Pistoletto ripeteva: “Ci fossero 3 persone così per l’arte contemporanea in ogni città italiana…”
Luciano l’avevo conosciuto ragazzina, sul campo, era la prima volta in vita mia che mi avevano coinvolta in un allestimento e lì, alla GAM di Torino, ed è stato lì, tra Luciano e Maurizio Fagiolo di Arco, ho cominciato a imparare il mestiere (l’altro mio apprendistato è stato un po’ più avanti lavorando a una serie di grandi mostre con Achille Bonito Oliva). Luciano era travolgente, sui suoi racconti si sarebbe potuto costituire una esilarante storia dell'arte contemporanea. Una sera a Torino, lui, Salvo (II edizione di Arte all’Arte 1997) e Cristina mi portarono a vedere una piazzaun po’ defilata, quella dell'Arsenale. Dicevano che era lo scenario dei quadri di De Chirico con le stazioni. Era proprio vero. Salvo scherzava sul fatto che dovunque si incontrava qualcuno che conosceva Luciano. E mentre attraversavamo la piazza buia e deserta alle due di notte, una ragazza giovane e carina ci raggiunse gridando: "Signor Pistoi, Signor Pistoi!", tra le nostre risate.
La voracità culturale e la memoria di Salvo sono notoriamente prodigiose, ma solo Luciano riuscì a fregarlo sui nomi dei sette nani di Biancaneve. Amava molto l’arte italiana, perché in Italia l’arte fa naturalmente parte della vita, e pensava che l’arte è un tessuto unitario, dai mosaici di Galla Placidia al più giovane degli artisti. Partiva sempre per nuove avventure: è così che propose a me e a tre ragazzini, Mario, Maurizio e Lorenzo (che da poco hanno aperto con coraggio la piccola galleria Continua, a San Gimignano, che Luciano ha già coinvolto con altre gallerie di Volpaia) un fatto nuovo. Lorenzo, Maurizio e Mario hanno fondato, iperattivi come sono, anche un’associazione culturale, Arte Continua (nome che mi ha sempre fatto pensare a Lotta Continua, e un po’ lo è stata una perpetua battaglia per l’arte). Luciano voleva affidare all’associazione, fondata dai vulcanici 3, la realizzazione del progetto da lui ideato, con me come critico curatore, coinvolgendo artisti a lui molto vicini, come Getulio Alviani e Luigi Ontani, insieme ad altri che avevano comunque la sua stima, come Michelangelo Pistoletto e Giovanni Anselmo. Ci teneva molto Luciano a tornare lavorare con Giulio Paolini (previsto a Montepulciano e per la IV edizione nel 1999) e con Maurizio Mochetti, ma purtroppo la mancata conferma, dopo una iniziale adesione, delle città di Pienza, impedì di portare avanti il lavoro con questo artista che avrebbe potuto dare molto ad Arte all’Arte.
[…]
Arte all’arte è un progetto che nasce sulla base di opere appositamente realizzate e questo comporta sempre un enorme problema per il catalogo. È una coperta troppo corta: o il catalogo è pronto per il venrissage, ma con altre immagini, o esce dopo con le opere realizzate. Per ovviare a questo inconveniente, “i ragazzi” trovarono un escamotage: spazi vuoti deputati in catalogo e adesivi con le opere da applicare come negli album Panini dei calciatori. Non ricordo di chi fu l’idea, ma forse di Maurizio. I “ragazzi” facevano tutti di tutto, ma si suddividevano in particolare alcuni compiti: Lorenzo seguiva gli artisti nei sopralluoghi e nell’allestimento, Mario i rapporti con le città, Maurizio il catalogo, ma i ruoli erano sempre interscambiabili. Fui io a invitare a quella prima edizione Rosa e Gilberto Sandretto, ci tenevo molto perché erano amici di Luciano, ed era stato lui a presentarmeli alcuni anni prima, quando Rosa aveva la Galleria Rocca 6 a Torino. Per scrivere un testo su Carla Accardi che faceva lì una mostra. A Rosa e Gilberto Arte all’Arte piacque molto e non solo continuarono a seguirlo, ma nacque un tale feeling con “i ragazzi” che alcuni anni dopo (VI edizione 2001) ospitarono al Castello di Linari i progetti speciali di Daniel Buren, Hernandez-Diaz e Ottonella Mocellin. Mi fa piacere che siano ancora loro oggi a ospitare l’omaggio a Luciano, omaggio che è nello spirito di Luciano: 5 gallerie giovani coinvolte, proprio come lui avrebbe fatto. Luciano diceva: «Tutti noi cerchiamo posti meravigliosi per l’arte, Achille Bonito Oliva va alle Fonti del Clitunno… quale posto più bello potrebbe esserci in Toscana?… La galleria con le pareti bianche ce la siamo inventata noi negli anni 60, ma ora è finita, agli artisti non interessa più…».
E infatti, gli artisti volevano interagire con il luogo e Arte all’Arte è stato in questo senso un laboratorio sul campo. Poi naturalmente, rispetto a queste idee originarie, incentrata sopratutto sul rapporto tra arte antica e contemporanea, Arte all’Arte è cambiata, sono arrivati altri curatori, altri artisti. “Arte all’Arte si è aperta verso il mondo. Il sottotitolo Arte Architettura Paesaggio precisato alcuni punti di riferimento, non solo i luoghi della tradizione artistica, ma anche l’ambiente (e qui non ci sarà lo zampino “verde” di Mario?) E non solo antiche chiese e nobili palazzi, ma anche architetture nuove, edifici “normali” siti reali.Sarà poi una nuova generazione di artisti a trasformare il concetto di Arte all’Arte: pensiamo a Nari Ward, che scelse come scenario per il suo lavoro una discarica nei pressi di Poggibonsi con inceneritore.
Tutte queste cose rimangono nella memoria insieme a: un pozzo buio pieno di “trasparenti strumenti della vista”, inizio di una verticalità senza fine; un abito rosso che balla il mambo; bandiere che sventolano al vento; il cantiere di una moschea che non c’è, il sogno di animali che affiorano da acque incantate; famiglie di luci di cristallo che ci proiettano dall’altro capo del mondo e anche (memoria delle orecchie più che degli occhi) campane che squillano; un coro di voci che ha trovato casa. E un albero che sorge da un’onda.
I “ragazzi mi chiamano la loro “madrina.” Dicono che gli ho portato fortuna, tanto che, per una trasferta di Arte all’Arte in terra piemontese, con bellissime opere di Piero Gilardi ad Alba e di David Tremlett a Barolo, richiamarono me.
Mi candido dunque per partecipare alla prima edizione del loro nuovo progetto, qualunque e ovunque esso sia, non ci credo che Lorenzo, Maurizio e Mario non ci trascinino in nuove avventure…
Laura”
Laura Cherubini è una critica, curatrice e storica dell'arte italiana, riconosciuta per i suoi contributi allo studio dell'arte italiana degli anni Sessanta e Settanta. Allieva di Giulio Carlo Argan e Maurizio Fagiolo dell'Arco, nel 1992 ha ottenuto la cattedra di Storia dell'Arte Contemporanea. Ha ricoperto il ruolo di docente di Storia dell'Arte Contemporanea all'Accademia di Brera a Milano. Inoltre, nel 2011 è stata vicepresidente del museo Madre di Napoli e curatrice del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 1990. Tra le sue pubblicazioni, si segnala "Controcorrente. I grandi solitari dell'arte italiana", edito da Christian Marinotti Edizioni, che raccoglie una serie di saggi dedicati ad artisti italiani come Alighiero Boetti, Gino De Dominicis, Luciano Fabro, Fabio Mauri, Vettor Pisani e Marisa Merz.