Achille Bonito Oliva e James Putnam

Curatori, 2004

Achille Bonito Oliva e James Putnam hanno collaborato nel 2004 alla curatela della nona edizione di Arte all'Arte coinvolgendo artisti della comunità internazionale dell’arte che hanno dato vita a interventi unici, strettamente legati al territorio: Per Barclay, Massimo Bartolini, Antony Gormley, Tadashi Kawamata, Moataz Nasr e Lucy Orta. In occasione di questa edizione sono intervenuti anche Joseph Kosuth, Luisa Rabbia e Rocco Dubbini con dei progetti speciali per San Gimignano.

La Forma delle Nuvole
Teoria metereologica sull’arte

In un'isola croata della Dalmazia ho assistito a tramonti che sono epifania della natura. Nel cielo di un azzurro innocente, ogni sera si combatte una battaglia: cumuli e cirri imbrigliano il sole tra spruzzi di rosso, striature viola e svenevoli rosa. Così ho pensato a La forma delle nuvole di Goethe, premonizione e definizione dell'arte.

Le nuvole si presentano con forme addensate, mutevoli e sfilacciate. Si vaporizzano velocemente. Le nuvole si dispongono con calma (lenta) sopraffazione. Cumuliformi e lascive, si distendono nell'aria con densità e trasparenze astratte e, alcune volte, figurative, come i profili antropomorfici che Leonardo ritrovava nelle muffe del suo studio di artista e scienziato.

Il tramonto a Silba, il nome dell'isola, si carica di suoni ed esclamazioni di bambini sul molo: "drughi, drughi!", in croato due o anche l'altro. Ho pensato che le nuvole si tramutano sempre in qualcos'altro: pioggia, neve, grandine, in continua metamorfosi.

Anche l'arte rimanda ad altro, all'altro, nelle sue forme mutevoli e molteplici, astratte e figurative. Drughi diventa l'esclamazione che nasce dalla nostalgia dello sguardo sedotto dalla natura e anche dalla contemplazione delle forme dell'arte.

FORMA: aspetto, effigie, volto, immagine, corporatura, allegoria, ombreggiatura, emblema, ritratto, sembianza, profilo, simulacro, prospettiva, contorno, linea, schema; ombreggiare, incarnare, configurare, raffigurare, delineare, contraffare, risaltare, spiccare, sfigurare, trasfigurare, rappresentare. (F. Palazzi, Nuovissimo dizionario della Lingua Italiana).

La forma è dunque il punto focale dell'arte, detiene la centralità del linguaggio, in quanto portatrice dell'intenzione e del desiderio di potenza dell'immaginario.

Tale desiderio si traveste mediante abbigliamenti vari, indossa i panni della circostanza legata alla necessità espressiva. Dunque, le forme dell'arte sono svariate e cangianti, adottano molti materiali e tecniche diverse per presentarsi sotto lo sguardo dello spettatore. In ogni caso, sono portatrici di seduzione e abbaglio.

Achille Bonito Oliva dal catalogo Arte all’Arte IX

La Forma delle Nuvole
(e la forma dello spazio e del tempo)

Mettere in piazza l'arte perché la gente possa apprezzarla non è un'idea nuova, soprattutto in Toscana, dove durante il Medioevo e il Rinascimento i principati e la Chiesa consideravano il popolo come spettatore di molte delle pitture e sculture che commissionavano. Ed è per questo che la missione di Arte all'Arte, che è quella di favorire i rapporti tra l'arte contemporanea, l'architettura antica e il paesaggio naturale toscano, è utile nel mantenere un senso di continuità storica dell'arte.

L'opportunità di curare questo progetto mi ha interessato fortemente, dal momento che gran parte del mio lavoro come curatore di museo è stata quella di stabilire connessioni fra l'arte del passato e del presente, mettendo in relazione antichi manufatti con il lavoro di artisti contemporanei. Gli artisti che vi prendono parte hanno a disposizione un'ampia gamma di siti storici in cui installare i loro lavori: chiese, luoghi cittadini come piazze e porte, pozzi e fontane, luoghi istituzionali come musei e spazi di svago come parchi e giardini, oltre a siti urbani quotidiani. Molti di questi luoghi portano testimonianze storico-artistiche e rappresentano quindi una vera sfida per questi artisti, i cui lavori rischiano di essere oscurati dalla bellezza dell'ambiente circostante.

Il concetto di Arte all'Arte ha evidenti legami con altri progetti che prevedono l'installazione di opere di artisti internazionali in spazi pubblici. Nel suo articolo per il catalogo di Arte all'Arte 3, Walter Grasskamp ha fornito una lucida e utile panoramica sullo sviluppo di questa tendenza, da Spoleto nel 1962 a Münster. I siti in cui vengono installate le sculture sono passati da parchi e giardini a luoghi più "credibili", come strade e piazze all'interno delle città. Il concetto di specificità del sito è ormai acquisito come paradigma per l'arte negli spazi pubblici, dove sculture e installazioni vogliono offrire una vera integrazione e stabilire un rapporto con ciò che le circonda.

Arte all'Arte opera su un modello alquanto diverso da tutti gli altri progetti di arte pubblica ed è unica sia nella sua struttura organizzativa che nei suoi scopi e obiettivi. Questa manifestazione è messa in scena in luoghi sia cittadini che di campagna, con l’accento su arte, architettura e paesaggio. È stata ideata e organizzata dall'Associazione Arte Continua, che offre agli artisti e ai curatori un calore e un'ospitalità straordinari, invitandoli a diventare parte della sua famiglia allargata per tutta la durata del progetto e anche oltre, dove l'ottimo cibo e i grandi vini locali diventano parte essenziale dell'esperienza.

James Putnam dal catalogo Arte all’Arte IX

Dal catalogo Arte all’Arte X del 2005

Arte all'Arte 9: La Forma delle Nuvole. Quando Ma.Ma.Lo. (Mario, Maurizio, Lorenzo) o, per metterli in ordine alfabetico, Lo.Ma.Ma., mi hanno invitato a partecipare ad Arte all'Arte 9, ho subito pensato al titolo (sempre metà del lavoro o della mostra), che prende spunto da un'opera di Goethe: La Forma delle Nuvole. Avevo appena fatto un bel viaggio nell'isola di Silba in Croazia, dove i tramonti sono spettacolari, carichi di colore e attraversati da nuvole che somigliano a sculture, ma la cui forma può cambiare in qualsiasi momento. James Putnam e io abbiamo scelto artisti che differiscono notevolmente nel lavoro che fanno, ma che condividono una sensibilità complessa per i nostri tempi.

Ogni artista ha cercato, all'orizzonte del proprio paesaggio, una forma diversa che inseguiva le altre da lontano, come nuvole in un cielo accogliente, proprio come l'ambiente naturale della campagna senese è accogliente. Due cieli corrispondenti e sincronici, uno a livello del suolo con le installazioni degli artisti e l'altro in aria con la mobilità delle nuvole. L'atmosfera di Arte all'Arte 9 era aperta e non dogmatica, il che era appropriato per il nomadismo dei visitatori, che erano ricettivi e pronti a contemplare l'arte in modo attivo. Putnam ed io eravamo come due meteorologi che prevedevano il tempo e la temperatura delle opere di nuvole situate in vari luoghi, all'interno e all'esterno – museo o chiesa, strada cittadina o sentiero di campagna, pozzo medievale o luogo di culto sconsacrato.

Il lavoro di Per Barclay a Montalcino è stato particolarmente commovente; ha riempito lo spazio con una serie di tubi all'interno dei quali scorreva il corpo vivente del vino rosso, che richiamava anche il sangue di Cristo, che sembrava fluire attraverso lo spazio della chiesa sconsacrata. Una potente spiritualità ha segnato il finale della mostra, con l'installazione di Luisa Rabbia nel pozzo sottostante San Gimignano. Il silenzio di un'opera ceramica con l'aspetto di un vagabondo sospeso su un filo sopra l'acqua del pozzo. Un'immagine racchiusa nel telaio architettonico del pozzo, che diventa un luogo di riposo liquido e una superficie riflettente di una condizione supina e rassegnata, la comunicazione di un'arte aperta al sociale ma non reattiva alla pietà passiva perché è consapevolezza e nuova coscienza.

Nella città e nella campagna, Gormley ha disseminato robot di metallo che chiedevano di essere adottati dalla popolazione, non seriamente ma gioiosamente, con la scommessa di una lotteria che abbiamo organizzato alla Festa dell'Unità per poter assegnare la paternità in modo casuale e senza responsabilità. Proprio come le nuvole sono chiaramente e pubblicamente visibili nel cielo, anche gli artisti di Arte all'Arte 9 si sono rivolti alla gente del luogo: le lacrime stereofoniche di Moataz nella chiesa e il ritratto che sembrava dissolversi nell'acqua della sorgente a Siena. Orta ha interagito con le opere di un museo, coinvolgendo la memoria collettiva e la storia. Un processo che è iniziato solennemente sulla porta della città con l'esposizione di giacche standard che evocavano la società di massa e la possibilità di liberarsi dalla standardizzazione sociale e psicologica.

Le altre opere, che erano il risultato del multiculturalismo e di un intreccio tra Oriente e Occidente, hanno anch'esse lasciato il segno, come nuvole visibili a tutti ma senza la minaccia della pioggia. Nuvole in un cielo sereno, quasi a documentare la capacità dell'arte di rendere estetica un'area di bellezza naturale che è già intrinsecamente armoniosa, simmetrica e perfetta. In effetti, la mostra è stata accompagnata da un viaggio attraverso la cultura naturale della provincia di Siena, documentato ad ogni tappa dalle fotografie di Rocco Dubbini, che ha lasciato per le future generazioni le tracce umane di un arricchimento materiale legato all'arricchimento spirituale dell'arte. La forma delle nuvole riguarda anche noi curatori e organizzatori di Arte all'Arte: io, James e Ma. Ma.Lo. Eravamo cirri in questo sistema nuvoloso, pronti per la continua trasformazione di uno scambio in corso. I cirri, come possiamo leggere nei libri di meteorologia, sono veloci e tendono ad unirsi, gioiosi nella forma e allo stesso tempo con una sostanza materiale visivamente imponente. I cirri collegavano le nuvole, sospendendole nel cielo per dare loro visibilità espositiva e per celebrare la coesistenza delle differenze.

Achille Bonito Oliva

Dal catalogo Arte all’Arte X del 2005

Ho partecipato alla terza, la quinta, la sesta e la nona edizione di Arte all'Arte, e la mia prima visita fu nel 1998, che fu anche la mia prima volta a San Gimignano. Mi ricordo che entrai in città dalla medievale Porta San Giovanni e proseguii lungo la strada che sfocia nella Piazza della Cisterna. Soggiornai all'Hotel La Cisterna, con una bella vista del pozzo medievale da cui prende il nome. Per me la cisterna o pozzo è un simbolo evocativo dell'energia creativa, che fa riferimento a tutta l'idea di Arte all'Arte. Il pozzo è un serbatoio artistico e noi, quando creiamo arte, attingiamo al pozzo della nostra esperienza.

In molte tradizioni il pozzo è considerato un simbolo sia dell'anima che dell'utero della madre Terra. Dal pozzo si attinge acqua preziosa, che è assolutamente vitale per la vita e simboleggia l'abbondanza di tutte le possibilità, la fonte di ogni creazione. Il progetto di Arte Continua "Artex Vino = Acqua" utilizza il potere dell'arte per generare acqua per la vita. Tradizionalmente, il pozzo è anche il luogo dove gli abitanti della città si incontrano, si scambiano le informazioni e fanno amicizia.

Durante gli ultimi dieci anni Arte all'Arte è diventato un luogo dove una comunità internazionale di artisti e curatori si ritrova con la "famiglia" di Arte Continua per lavorare con una visione condivisa per generare nuove esaltanti possibilità. Guardiamo dentro il pozzo, con un atto mistico di contemplazione, come a un luogo dove i desideri e i sogni segreti possono diventare realtà. Mi ricordo che alla cisterna di San Gimignano desiderai di poter essere invitato, un giorno, a curare un'edizione di Arte all'Arte. Il mio desiderio è diventato realtà quando ho lavorato con Achille Bonito Oliva per realizzare la nona edizione di Arte all'Arte nel 2004.

James Putnam

Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939) è un critico d'arte italiano, noto per aver fondato la Transavanguardia, un movimento artistico postmoderno. Dopo una laurea in giurisprudenza e studi in lettere, si avvicina alla poesia e partecipa al Gruppo 63. Nel 1970 organizza la mostra Vitalità del negativo, che segna un confronto tra arte povera e tradizione italiana.

Nel 1980 pubblica La Transavanguardia italiana, proponendo un nuovo ruolo per il critico d'arte, visto come un "cacciatore" anziché un mediatore. Celebre il suo gesto di farsi fotografare nudo per significare la necessità di un approccio privo di pregiudizi all’arte.

Docente alla Sapienza di Roma, è stato curatore della Biennale di Venezia nel 1993 e ha condotto il programma Fuori quadro su Rai 3 nel 2014.

James Putnam è un curatore indipendente e scrittore. Ha lavorato al British Museum, occupandosi sia di antichità egizie che di progetti contemporanei. Nel 1999 ha fondato il Contemporary Arts and Cultures Programme del British Museum, con l’obiettivo di rileggere la storia e l’arte alla luce delle questioni culturali attuali.

Specializzato in progetti interdisciplinari, collabora con artisti, designer e studiosi per mostre, residenze e conferenze, organizzando esposizioni in luoghi insoliti, come il Freud Museum di Londra.

È autore di diversi saggi, tra cui Art and Artifact – the Museum as Medium (2001)e ha ricoperto incarichi accademici presso la New York University, il Bowes Museum e la University of the Arts London, dove oggi è Senior Research Fellow.

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Elio Grazioli e Hou Hanru, Curators, 2003