Ascension, Anish Kapoor, 2011
Ascension è un miracolo, un’apparizione, un miraggio, un'opera d'arte o tutto questo insieme?
La prima volta che Anish Kapoor mi parlò di questo progetto disse che era un sogno nel cassetto, un desiderio che non si sarebbe rivelato ai nostri occhi.
Il sogno invece è diventato realtà per la prima volta nel 2003 a San Gimignano alla Galleria Continua, e di nuovo nel 2006 in Brasile a Rio de Janeiro, Brasilia e San Paolo sempre in versioni diverse, poi nel 2007 in Cina alla Galleria Continua di Pechino.
A Venezia, in uno spazio consacrato, la Basilica di San Giorgio, l’opera assume una forma completamente nuova per inserirsi nell’eccezionale contesto sacro, nel pieno rispetto del luogo spirituale.
Come dice Anish Kapoor: “Nel mio lavoro, ciò che è e ciò che sembra essere molto spesso si confondono. In 'Ascension' ad esempio, ciò che mi interessa è l’idea dell’immaterialità che diviene un oggetto, del fumo che di- venta una colonna. In quest’opera è anche presente l’idea di Mosé che seguì una colonna di fumo, una colonna di luce, nel deserto..”.
Mai un artista si è spinto così oltre nel rendere tangibile ciò che generalmente viene percepito come vuoto. 'Ascension' è un corpo vivo, fragile, maestoso, che unisce terra e cielo. Ascensione vuole dire crescita, movimento verso l'alto, evoluzione spirituale, ma anche fisica e materiale, l'ascensione permette un balzo della coscienza ver- so orizzonti superiori, quindi il processo di ascensione è connaturato a tutte le religioni. Maometto nel corso di una visione fa un viaggio notturno nel quale percorre i 7 cieli fino alla visione beatifica di Dio. Nel Giudaismo, Elia in una grande estasi sale in cielo. Il Cristianesimo celebra l'ascesa visibile di Gesù morto e risorto. Buddha completò un'ascensione biologica nella quale anima e forma fisica diventano un tutt'uno.
L'ascensione è la possibilità di abbattere il limite che il nostro corpo ci impone in questo mondo di materia. È una ricerca intensa e continua, nei sentieri del nostro essere, della felicità e dell'armonia. La spiritualità e la spettacola- rità fanno di quest’opera una perfetta sintesi della ricerca artistica contemporanea che non si accontenta di stupire, ma che vuole aprire nuove e profonde riflessioni sulle questioni più delicate che l’uomo oggi sta affrontando, quali il conflitto tra le religioni e il ruolo che l’arte può ancora sostenere per creare un territorio comune su cui confrontarsi.