In occasione della VI edizione di Arte all’Arte la curatrice Emanuela de Cecco ha curato il progetto speciale al teatro dei Leggieri a San Gimignano con l’intervento di Mario Airò, realizzato in collaborazione con il fotografo
Attilio Maranzano.
“Una delle finalità implicite nel progetto di Arte all’Arte è la volontà di stabilire delle connessioni reali con il territorio e con le realtà vive che vi operano. Gli artisti sono chiamati ad intervenire direttamente nel tessuto sociale e tenere conto delle caratteristiche specifiche del contesto.
A questo proposito, in parallelo con la mostra vera e propria, lo scorso anno, per la prima volta si è svolto un concorso dove alcuni giovani artisti italiani sono stati invitati a progettare gli spazi della Casa della Musica-Sonar a Colle di Val d’Elsa. Il concorso è stato vinto da Loris Cecchini che ne ha ridisegnato interamente gli interni trasformandoli in una sua installazione permanente, un ambiente-opera d’arte che quest’anno ha ospitato la festa di apertura di Arte all’Arte.
Quest’anno il concorso riguardava l’atrio del Teatro dei Leggieri a San Gimignano. Posizionato nella piazza della Collegiata, il teatro è una presenza significativa nella storia del paese. Costruito nel Settecento secondo i canoni della tradizione italiana, il teatrino ha un atrio ristrutturato di recente dove gli elementi di arredo disposti in uno spazio decisamente limitato non suggeriscono alcun rimando alla bellezza che si trova nell’interno.
Il concorso, indetto dal Comune di San Gimignano in collaborazione con l’Associazione Arte Continua, richiedeva dunque dei progetti finalizzati ad ampliare l’ambiente dal punto di vista percettivo, non potendo ampliare fisicamente gli interni del teatro. Un compito stimolante ma decisamente non facile proprio perché si richiedeva una riflessione capace di tenere conto dei molti limiti insiti nella situazione di partenza. Sono stati invitati a partecipare cinque artisti, selezionati tra coloro i quali nel proprio percorso avessero già dimostrato sensibilità nei confronti dello spazio, con l’obiettivo di scegliere e realizzare come intervento permanente uno dei cinque progetti.
Gli artisti invitati a partecipare sono Mario Airò, Sergia Avveduti, Massimo Bartolini, Margherita Morgantin e Italo Zuffi. La scelta della giuria, composta dallo staff dell’Associazione Arte Continua, dal sindaco e dai curatori, ha premiato il contributo di Mario Airò tenendo conto, oltre che ovviamente della qualità della proposta, anche della possibilità di trasformarlo in realtà.
Tutti i progetti hanno affrontato con intelligenza la questione dando esiti in direzioni assai diverse: oltre al progetto vincitore vanno segnalate le due soluzioni estreme: da un lato la modifica radicale degli spazi proposta da Massimo Bartolini, dall’altro l’intervento poeticamente fuorviante di Margherita Morgantin, che ha proposto di inserire negli spazi del teatro un dispositivo come quelli che solitamente si trovano nelle chiese e negli spazi storici per avere indicazioni sulla loro storia, ma che in quest’occasione aveva un audio e delle immagini per andare altrove.”
Emanuela De Cecco, “Arte All’Arte VII”, 2002