“Così tenui, quelle luci colorate davano a chi guardava il paesaggio toscano, bello ma forse abusato dagli occhi di troppi turisti, una nuova e sottile meraviglia.
”
— Lettera di Angela Vettese a Florian Metzner, “Arte all’Arte IV”, 1999
“Così tenui, quelle luci colorate davano a chi guardava il paesaggio toscano, bello ma forse abusato dagli occhi di troppi turisti, una nuova e sottile meraviglia.
”
— Lettera di Angela Vettese a Florian Metzner, “Arte all’Arte IV”, 1999
In occasione della V edizione di Arte all’Arte i curatori Laura Cherubini e Florian Matzner hanno invitato Olafur Eliasson che ha realizzato un progetto diffuso tra vari borghi della Toscana.
“Olafur Eliasson è stato colpito dal fatto che, nella Toscana centrale, i paesi sono ubicati alla sommità dei colli: questo li rende al tempo stesso molto visibili e luoghi da cui è possibile vedere molto.
Le storiche esigenze di difesa del territorio si congiungono alle necessità dell’orientamento per chi viaggia, così come al piacere di riconoscere il panorama davanti a sé.
Cogliendo tutto questo e unendolo al significato metaforico del faro come guida dei naviganti e più in generale della luce, guida dell’esistenza individuale e collettiva, l’artista ha creato cinque fari che ha disposto in cinque paesi: la campagna, in cui ondulano continue colline, ne risulta come un mare a cui è necessario dare dei punti di orientamento. Nel poggio di Mensano, a Monteguidi, a Lucciana, a Pievescola e sulla torre del comune di Casole d’Elsa, Eliasson ha dunque collocato i fari sul punto più alto di ciascun borgo.
Di giorno hanno l’aspetto di sculture, benché solo quella di Mensano sia raggiungibile per il pubblico: si tratta di un trespolo sormontato da una luce, a sua volta schermata da lenti che ne potenziano l’effetto e da un anello di plastica colorata. Al calare del sole i fari si animano a luci intermittenti; percorrendo la strada che congiunge un paese all’altro se ne vedono tre, quattro, due, secondo il punto dove ci si trova; il colore che mostrano dipende dal lato da cui li si guarda, dal momento che l’anello di plastica cambia tonalità in relazione ai punti cardinali.
Idealmente il paesaggio dovrebbe colorarsi a settori, come mostra un progetto grafico che l’artista ha redatto su una cartina topografica. In effetti le luci sono piuttosto deboli e si mimetizzano tra i lampioni stradali e le altre illuminazioni notturne; ciò che hanno di diverso rispetto a quelle è l’intermittenza e il colore.
Questa loro inaspettata differenza non crea un evento spettacolare, ma piuttosto una sottile magia che spinge a cercarle tra le luci “normali” come si cerca tra le stelle: un po’ a caso, ma con felicità infantile quando si trovi quella che si voleva identificare.”
Florian Matzner e Angela Vettese, “Arte all’Arte IV”, 1999
Credits
Olafur Eliasson
Cinque fari per la Toscana (Five lamps for Tuscany)
Casole d’Elsa, Progetto per Arte all’Arte IV
Foto Attilio Maranzano
© Associazione Arte Continua
© ASSOCIAZIONE ARTE CONTINUA
Via delle Cascine 33 Firenze (FI)
Sede legale: Via delle Cascine 33, Firenze