Guida ai Giacimenti Golosi per il Viaggiatore di Arte all’Arte
“Oggi si può affermare con certezza che l’Italia possiede un patrimonio agroalimentare talmente ampio da essere unico al mondo, in cui tra prodotti apparentemente simili si celano differenze organolettiche enormi. E la Toscana è una tra le terre più generose.
Il diverso clima, la differente storia e tradizione che caratterizzano non solo le singole regioni, ma anche specifici territori all’interno di esse, sono fortemente percepibili in quelli che noi definiamo “giacimenti gastronomici”, cioè prodotti ottenuti grazie a un apporto umano frutto di conoscenze tramandate da generazioni e di tecniche originali insostituibili con altri mezzi tecnici. Alcune fasi della loro produzione, come il taglio, la stagionatura, la salatura o speziatura e la mozzatura, la cui ritualità attinge dall’antichissima civiltà contadina, assimilano tali giacimenti al gesto artistico. Prodotti degni di essere “salvati” dal possibile rischio di estinzione, così come si fa per un restauro o per un recupero d’arte, per le opere cinematografiche come per quelle teatrali.
L’articolo 9 della Costituzione recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico ed artistico della Nazione”, allora perché non utilizzare i fondi con cui si pubblicizzano luoghi, musei e paesaggi, per evitare che questo patrimonio si perda per sempre? II successo del turismo enogastronomico dimostra che se il giacimento gastronomico è conosciuto può attirare gente nei suoi luoghi di produzione. L’occupazione ne riceverebbe indubbi benefici, il palato ancor di più.
Montalcino, Volterra, Casole d’Elsa, Colle di Val d’Elsa, Poggibonsi e San Gimignano, sei luoghi unici in cui ogni attività umana diventa un esempio tangibile di arte. È arte tout court quella che ti avvolge mentre attraversi le strette vie medievali di San Gimignano, come è assimilabile all’arte la sapiente manualità dei casari e dei norcini che a tutt’oggi creano seguendo regole e procedimenti che si perdono nella notte dei tempi. Un’arte antica quella che avvicina questi artigiani, nella loro riproposizione di lontani gesti solo parzialmente modificati dalla modernità, agli amanuensi del Medioevo. La guida propone, dunque, un viaggio ideale tra i giacimenti culturali di questo straordinario territorio.”
Davide Paolini, Guida ai giacimenti golosi, Arte all’Arte III, 1998
“Il percorso tra Arte Architettura Paesaggio, concepito nel 1994 e realizzato per la prima volta nel 1996, ha visto sempre affiancare ai cataloghi, a fare da trait d’union, la “guida del viaggiatore di Arte all’Arte”. Di viaggio si parla sempre, per ripensare al turismo come a un qualcosa che si fa con il cuore, con la testa e con tutti i sensi, per raccontare cosa c’è in mezzo, cosa lega e cosa separa questi paesaggi completamente umanizzati che sono le città, con questi altri, che vedono la presenza umana più mimetica e meno invadente.
Le guide che hanno accompagnato i cataloghi delle opere sono tutte rivolte a differenti prese di visione dello spazio nelle quali le città sono immerse, e anche del tipo di paesaggio che queste costituiscono dentro l’altro, sia che si tratti di un percorso d’arte e architettura del passato, nelle e tra le città, verso quei luoghi lasciati indietro dal turismo, come per la prima guida del viaggiatore di Arte all’Arte, realizzata a cura di Michelina Simona Eremita, sia che vada a indagare aspetti della modernizzazione della campagna come quella per l’edizione del 1997, dell’artista Amedeo Martegani, dove attraverso un reportage fotografico per strade bianche si è dato il segno di quanto meno bucolica e ricca di curiosità moderne sia dal suo punto di vista, ma anche dal nostro, la campagna Toscana.
Con La Guida ai Giacimenti Golosi di Davide Paolini realizzata nel 1998, confermato anche per il 1999, il paesaggio diventa cultura visiva della cura e coltivazione del paesaggio, come del gusto e della variabilità dell’occhio e del sapore.
I giacimenti scoperti in questa guida di Arte all’Arte sono i profumi e i sapori a rischio d’estinzione per mancanza d’attenzione e per superficialità di valutazione: dare loro il rispetto che meritano, affiancando li a una mostra d’arte internazionale, è un tentativo di non lasciarli scomparire, per non dover poi trovarsi a parlarne in modo nostalgico, lasciando oggi, anche su un terreno così decisivo per la vita e per la cultura, nuovo spazio alla standardizzazione e alla mancanza di specificità, come è già avvenuto e come potrebbe maggiormente accadere, se rinunciamo a parti di noi così sane e vitali quali l’occhio e il gusto.”
Mario Cristiani, Guida Arte all’Arte IV edizione, 1999